martedì 12 marzo 2013




COMUNICATO 9 MARZO 2013 -
Su richiesta inoltrata da Codifas alla Commissione Attività produttive dell'Assemblea Regionale Siciliana eccovi l'interrogazione che verrà presentata in Aula: 
DESTINATARI: 

Al Presidente della Regione, all’Assessore per le risorse agricole e alimentari, premesso che: 
A partire dalle semine del 2012 e solo per un anno viene ripristinato l'obbligo di utilizzo di semente certificata per il grano duro per chiunque, nelle zone centro-meridionali, intendesse avvalersi dell'art. 68 per la rotazione agraria.

Considerato che:
Sebbene questo obbligo fosse decaduto nel 2010 e nel 2011 in seguito al Decreto Ministeriale 25 febbraio 2010, esso è stato ripristinato dal DM n° 8139 del 10/08/2011 successivamente approvato dalla Commissione Europea con regolamento di esecuzione del 25/11/2011 e che la precedente liberalizzazione nell'uso delle sementi aveva portato a una riduzione del 50% della vendita di seme certificato di grano duro, ciò in quanto molti agricoltori ritenevano più conveniente riprodursi la semente in azienda.

Ritenuto che:
la reintroduzione del vincolo della semente certificata è avvenuto solo ed esclusivamente per il pressing della lobby del settore sementiero sul Ministero dell'Agricoltura;

Evidenziato che :
Nel 2012 quindi, i durogranicultori sono costretti ad acquistare la semente dal sementiere e che questo obbligo non è esteso ai nostri concorrenti europei.

Ritenuto che 
Si tratta della ennesima slealtà da parte dello stato italiano e della UE, i quali non perdono occasione di ricordare agli agricoltori che si devono adattare alle regole del libero mercato quando vendono il prodotto, salvo poi costringerli a un regime economico del tutto distorto quando acquistano i mezzi tecnici per la produzione.
Ritenuto ancora che:
Non si capisce come il grano cartellinato possa risultare più sostenibile di un grano aziendale KM 0.

Accertato che:
Con l'obbligo di utilizzare semente cartellinata:

1) Si ledono i più elementare principi di libertà di impresa. Il libero mercato vale solo quando dobbiamo vendere le nostre produzioni, le quali sono soggette ai prezzi dei mercati globali (solitamente bassissimi). Il prezzo dei mezzi tecnici di produzione è invece fortemente determinato da un regime protezionista in favore della industria sementiera nel caso delle sementi.
2) L’obbligo è stato introdotto in ragione del fatto che la semente industriale sarebbe meno inquinante in termini di emissioni di quella prodotta in azienda a km 0. Si tratta di un falso, con uno studio commissionato ad hoc ad Horta (uno spin-off dell'università cattolica) dal Ministero e Assosementi insieme, ma mai pubblicato.(La Commissione europea aveva contestato l’introduzione di questo obbligo in una misura, come quella dell’avvicendamento, che ha un carattere prettamente ambientale. Per rispondere a tali obiezioni, il Decreto ministeriale 25 febbraio 2010 aveva soppresso l’obbligo della semente certificata di grano duro (quindi nelle semine autunnali 2010 e 2011)
3) Questo obbligo è previsto soltanto per il grano duro e non per il tenero, come mai?
4) L'obbligo ricade solo sugli agricoltori del sud e segnatamente della Sicilia (Vedasi le tabelle ISTAT della produzione di frumento duro e tenero nelle varie regioni d'Italia).
5) Nella quasi totalità dei casi, in Europa non esiste alcun collegamento forzoso tra l’uso della semente certificata ed il percepimento dei contributi comunitari. L’autoriproduzione aziendale del seme è molto diffusa ovunque.
6) L’obbligo costituisce per l’agricoltore un costo non indifferente, senza alcun beneficio.
per sapere se non ritengano opportuno, avviare urgentemente ogni iniziativa possibile presso il Governo nazionale per bloccare il Decreto Ministeriale che ripristina l’utilizzo di semente certificata per il grano duro che, a parer nostro, è un provvedimento illegittimo, scandaloso, ingiusto adottato esclusivamente per favorire una lobby facendone pagare il costo a tutti gli agricoltori del sud e siciliani in particolare in quanto rappresentano la maggioranza dei produttori di grano colpiti dall’iniquo provvedimento.
gli interroganti chiedono lo svolgimento con urgenza 

8 marzo 2013 SALVINO CAPUTO

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