sabato 30 marzo 2013

SINCERI AUGURI DI BUONA PASQUA
"Di fronte alle difficoltà, ai dubbi ed alle obiezioni, abbiate fiducia in Lui.   Egli non vi deluderà. Se Dio non fornisce i mezzi, significa che non vuole che quel particolare lavoro venga fatto. Se desidera che venga fatto, ve ne renderà i mezzi. Perciò non preoccupatevi. La povertà più grande che c’è nel mondo non è la mancanza di cibo ma quella d’amore."
                                                                    Madre Teresa di Calcutta

venerdì 29 marzo 2013






Fiducia, Volontà, Dialogo e  Collaborazione, sono i requisiti fondamentali per la Sana 
Cooperazione.

Il convegno di Altamura (Puglia) "dieta mediterranea e sicurezza alimentare"


Organizzato da Slow Food delle Murgie e dal Consorzio Campo -

Come puo’ essere sostenibile per la nostra salute la dieta mediterranea basata sui cereali? Si puo’ difendere quel regime alimentare povero dell’ entroterra meridionale, basato su carboidrati come pasta e pane senza intossicare i nostri figli? Come ovviare al concetto di commodities per favorire quello di cibo? Quali iniziative politiche si rendono necessarie?

A queste domande hanno tentato di dare una risposta i vari relatori che si sono confrontati nell’ affollato convegno nazionale “Dieta Mediterranea e Salute Alimentare” organizzato da Slow Food su temi sollevati dal Consorzio Campo e moderato dal Presidente Prof. Pepe, tenutosi ad Altamura il 25 marzo, cui erano presenti molti agricoltori provenienti dalla Puglia, Sicilia, Basilicata e Molise.

La Dieta Mediterranea – ha fatto notare la dott.ssa Cinzia Scaffidi Centro Studi Slow Food Italia, dopo l’ introduzione del dr Poligneri fiduciario della Condotta delle Murge – rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, e, in particolare, il consumo di cibo, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità. Un cibo che non sia commodities, che rispetti il territorio e la biodiversità e che garantisca la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati.

Tuttavia questo modello alimentare appare minacciato e rischia di non essere sinonimo di benessere e longevità. Allo stato attuale – ha affermato il Dr Andrea Di Benedetto, presidente del Consorzio Campo – la Dieta Mediterranea non rispetta le materie prime tipiche di ogni comunità. Nei porti del sud ancora oggi si documentano scarichi di milioni di tonnellate di grano estero, compreso grano scadente di 4°-5° categoria normalmente quotato nelle borse merci “per altri usi”, con probabili tenori di micotossine e metalli pesanti, tali da renderlo inutilizzabile al consumo umano. Dove vanno a finire i grani “per altri usi” visto che hanno un prezzo molto simile al grano duro “ad uso umano”?Le importazioni di quei cereali nel nostro territorio non solo pregiudicano il gusto e la qualità salutistica delle nostre produzioni di pane e pasta soprattutto della prima infanzia, ma trascurano colpevolmente un recente progetto del Ministero delle Politiche Agricole (MICOCER 2006-2008), che ha definitivamente sancito la superiorità dei grani del sud in ordine a residui di micotossina DON, rispetto a quelli del Nord Italia (clima secco contro clima umido e piovigginoso) nonche’ rispetto ai grani duri esteri importati da paesi siti a nord del 41° parallelo (Francia, USA, Canadà, ecc). L’assunto dei grandi semolieri che il grano duro nazionale non basti a soddisfare il fabbisogno dell’industria pastaia per le crescenti esportazioni, e’ infondato; non si può costringere gli agricoltori nazionali a produrre sottocosto, stante la concorrenza scorretta esercitata da un grano che sembra uguale nella forma ma che patisce di problemi tossicologici, spesso misconosciuti alle famiglie italiane.
Noi riteniamo che la prevenzione e l’educazione alimentare sono il più grande investimento e l’unica reale attività di controllo possibile per la sostenibilità delle produzioni agro-alimentari locali, che potrebbero rappresentare una occasione di rilancio della economia, sopratutto se sorrette dalle competenze delle Università locali e dei centri di Ricerca del CNR. Questi centri non dovrebbero occuparsi solo dell’abbattimento del DON con l’Ozono, visto che i grani del sud hanno valori di DON del tutto trascurabili, mentre ordinariamente si affannano a lenire i problemi tossicologici delle materie prime importate, dai grandi gruppi multinazionali, trascurando e snobbando le esigenze delle produzioni locali.Il rischio per i consumatori legato alla contaminazione da micotossine – ha aggiunto Di Benedetto – non è da sottovalutare e ha determinato la decisione dell’ Unione Europea di fissare limiti massimi di presenza di micotossine che sono sensibilmente piu’ alti del resto del mondo, pertanto, vanno abbassati.
Lo stato nutrizionale contribuisce alla qualità della vita di ogni individuo e l’alimentazione – ha ribadito il dr Grasselli presidente S.I.Me.Ve.P – costituisce un importante fattore di rischio per numerose patologie. Occorre distinguere la qualita’ nutrizionale da quella che garantisce una certa sicurezza alimentare.
Dopo il saluto del presidente della Commissione Agricoltura UE Prof Paolo De Castro che dovra’ impegnarsi ad abbassare i limiti europei di micotossine nel grano e nella pasta a tutela della salute dei consumatori e dell’ economia agricola, l’ On Pittella, Vice Presidente del Parlamento Ue ha rivolto i suoi auguri in videoconferenza.
Infine e’ intervenuto l’ Assessore regionale Stefàno che ha sottolineato come non puo’ esserci vittoria della qualita’ se non c’e’ tutela della salubrita’ e tipicita’.
Secondo Saverio De Bonis, vice presidente del Consorzio Campo, urge una petizione al Parlamento europeo sulla revisione dei limiti, e’ necessario riportare in Conferenza Stato-Regioni il problema, ma e’ anche opportuno che le regioni recepiscano le linee di indirizzo nazionale per introdurre prodotti bio nella ristorazione collettiva, affinche’ nelle nostre mense i bambini possano mangiare una pasta salubre.
I vari interventi degli agricoltori siciliani presenti hanno animato il convegno ed evidenziato di non essere gli al-Qaida dell’ industria di trasformazione italiana, ma di fronte ad un tema pubblico di così vasta rilevanza per la salute dei nostri figli non si puo’ rimanere insensibili. “Ci batteremo per la sicurezza alimentare e per incrementare i controlli – ha riferito Ambrogio Vario, Presidente del Codifas (Consorzio di Difesa Agricoltura Siciliana) – mettendo in rete i cerealicoltori del mezzogiorno e i loro movimenti“. “Non e’ nostra intenzione diffondere allarmismo tra i consumatori - ma e’ opportuno che l’ industria italiana e le istituzioni colgano il segnale di sofferenza che viene dal basso. Altrimenti non c’e’ dieta che tenga…”

mercoledì 27 marzo 2013

NON VOGLIAMO ESSERE UCCISI DAL POTERE ECONOMICO DELLE MULTINAZIONALI. LA TERRA I SEMI, SONO "BENI COMUNI PRIMARI" COME L'ACQUA, L'ARIA.
FIRMA E FAI FIRMARE !!!
CHE ASPETTI???

lunedì 25 marzo 2013


A breve, info sul 2° incontro con il Bio Agronomo Roberto Favata sugli effetti deleteri delle coltivazioni Geneticamente Modificate. 

Adesioni aperte a "NO OGM IN SICILIA" -
Sono invitate ad aderire e/o partecipare nell'organizzazione e gestione del convegno, Associazioni, Movimenti, Coop. Sociali, Comitati e tutti coloro che vogliono supportare la Petizione firmata dai cittadini, già in circolazione da ottobre 2012, da presentare al Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. 

La seconda parte dell'incontro sarà dedicata all'organizzazione dell'evento. Grazie

sabato 23 marzo 2013

Autoproduzione & Consumo Critico Locale


Noi che crediamo e lavoriamo per un'agricoltura, basata sulle tipicità del nostro territorio, su tecniche di coltivazione sane, biologiche e sostenibili siamo certi che il futuro soprattutto di questa nostra Terra sia “ecosostenibile” e non certo contaminato dalle sementi OGM.

venerdì 22 marzo 2013


Caro amico/a, dall'8 ottobre 2012 abbiamo iniziato a raccogliere le firme per la petizione "NO OGM IN SICILIA" da presentare al Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, in occasione del convengo informativo sulla pericolosità delle coltivazioni di Organismi Geneticamente Modificati, che stiamo organizzando a breve a Palermo. Abbiamo bisogno del tuo sostegno operativo, se puoi, stampa i modelli della petizione che trovi in allegato e fai firmare i tuoi familiari e amici (sono solo 20 firme). 
Se non potrai essere presente all'evento, che sarà divulgato anche in internet, puoi spedire i modelli firmati a Codifas via Houel 30 - 90138 Palermo. Le firme provenienti dai diversi territori rafforzeranno la richiesta per raggiungere l'obiettivo BioSicilia, a tutela della nostra salute e l'economia dell'intera Regione - non esitare a contattarci su fb Codifas Channel su youtube o al 3387414889 Grazie di cuore, Ambrogio Vario 

giovedì 21 marzo 2013


"Per un pugno di grano", il ricatto dell'Europa ai coltivatori siciliani costretti a comprare le sementi per accedere ai fondi comunitari

20/03/2013  
di Toni Ferrara e Gabriele Cappadona

Quante volte vi sarà capitato di uscire dalla città, per una gita fuori porta? Tutte quelle volte avete attraversato vaste distese dove la traccia del lavoro umano è talmente presente da non permettere di trovare un angolo che si possa considerare davvero selvaggio. Eppure l’occhio dell'uomo, nel suo bisogno di economizzare le informazioni, raramente dirige la sua attenzione alle trame regolari di quel territorio.
Ebbene, “la campagna” vive da anni un durissimo periodo di crisi, una crisi che ha preceduto di molto quella che ha colpito i mercati nel 2008. Una crisi che ha portato alla chiusura di migliaia di aziende agricole, allo svuotamento del territorio, all’abbandono dei campi. Prova a notare, nella tua prossima gita fuori porta, quanti campi restano oggi incolti e quanti frutteti aspettano una potatura da anni. Dal 1990 al 2010 la SAU (superficie agricola utilizzata) in Sicilia è passata da 1.913.841 ettari a 1.387.559 ettari: un decremento del 27,5%. Se prendiamo in considerazione la superficie coltivata a grano duro (coltura nella quale la Sicilia raggiunge da sempre risultati qualitativamente eccellenti) i dati sono ancora più tetri, si passa da 443.620 ettari nel 1990 ai 200.778 ettari nel 2010: un decremento del 45% (fonte Istat). Il granaio d’Italia non fa più grano. Farà banane? No, semplicemente si preferisce non lavorare le terre perché la maggior parte delle aziende agricole alla fine della annata agraria restano in perdita. L’agricoltura, dall’essere settore primario dell’economia, sta divenendo per noi siciliani un hobby, per altro piuttosto costoso. In compenso, però, noi siciliani vantiamo un’industria assai sviluppata e un settore terziario di tutto rispetto… sto scherzando ovviamente!
La ragione di un tale decremento della superficie coltivata è da attribuire a tanti diversi e variegati fattori, tra tutti le politiche agricole comunitarie, l'apertura ai mercati globali, l'inefficacia delle politiche di incentivazione alla formazione delle filiere agro-alimentari. Oggi, ad affogare l'agricoltore, concorrono anche il Ministero dell'Agricoltura e l'Unione Europea, sotto la pressione delle lobby. Esagerando, potrei dire che le istituzioni, da un lato, e le lobby, dall'altro (potremmo salire ancora, ma temo le vertigini), sono due facce di una stessa medaglia. Lascio al lettore una riflessione su quanto recentemente normato e istituito in seno al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali: il registro dei lobbisti. Sul sito del Ministero sono riportati nomi e cognomi. L'hanno chiamato "Unità per la Trasparenza".
Tornando a noi, per chiarire meglio i meccanismi con cui questo sistema affoga l’agricoltore, voglio mostrare nel dettaglio un esempio: l’obbligo di utilizzo di semente certificata per il grano duro per accedere agli aiuti diretti di cui all'art. 68 del regolamento (CE) 73/2009 del Consiglio. Tradotto sarebbe: tu agricoltore non puoi riseminarti i semi, devi comprarli ogni anno dall'industria sementiera! Tale obbligo, in seguito alle proteste degli agricoltori, era decaduto del 2010 e nel 2011 col decreto ministeriale 25 febbraio 2010. Questa liberalizzazione nell'uso delle sementi aveva portato a una riduzione del 50% della vendita di seme certificato di grano duro, dato che molti agricoltori ritenevano più conveniente riprodursi la semente in azienda.
La reintroduzione dell'obbligo di usare semente certificata (ripristinato dal DM n° 8139 del 10/08/2011 successivamente approvato dalla Commissione europea con regolamento di esecuzione del 25/11/2011) è stata ripristinata dopo i 'disperati' allarmi lanciati da Assosementi sulla crisi del settore sementiero. Una furente campagna mediatica da parte di Assosementi e le pressioni sul Ministero dell'Agricoltura hanno rapidamente ripristinato la situazione iniziale. Dal 2012 quindi, i granicultori sono costretti ad acquistare la semente dal sementiere (l'obbligo non è esteso ai nostri concorrenti europei).
Invito il lettore a riflettere su una cosa: l'agricoltore, quando deve vendere le sue produzioni, è costretto ad adattarsi alle regole del libero mercato; quando invece deve comprare i mezzi tecnici per la produzione, è obbligato a farlo entro un regime distorto e protezionista - verso i sementieri - che lo obbliga ad acquistare da loro la semente. Si ledono così i più elementari principi di libertà di impresa. Il libero mercato vale solo quando dobbiamo vendere (anzi svendere) le nostre produzioni, le quali sono soggette ai prezzi dei mercati globali. Il prezzo dei mezzi tecnici di produzione è invece fortemente determinato da un regime protezionista in favore della industria sementiera nel caso delle sementi.
Ne dico un'altra: questo obbligo esiste solo per il grano duro, che viene coltivato prevalentemente nelle regioni del sud, dove il rapporto tra superficie a grano duro e superficie a grano tenero è di 12 a 1, mentre il contrario è vero per le regioni del nord. Quindi quest'obbligo ricade solo sugli agricoltori del sud e segnatamente della Sicilia. L'aspetto divertente è che l'art. 68, di cui ho parlato qualche riga sopra, è legato alla realizzazione di pratiche agronomiche sostenibili dal punto di vista ambientale, come ad esempio le rotazioni agrarie. Non si capisce come il grano cartellinato possa risultare più sostenibile di un grano aziendale a chilometro zero. La Commissione europea aveva infatti contestato l’introduzione di questo obbligo in una misura, come quella dell’avvicendamento (le rotazioni agrarie), che ha un carattere prettamente ambientale. Per rispondere a tali obiezioni, il decreto ministeriale 25 febbraio 2010 aveva soppresso l’obbligo della semente certificata di grano duro (quindi nelle semine autunnali 2010 e 2011).
Aggiungo che, nonostante il grano cartellinato generalmente sia frutto di selezioni fatte portando le sementi in aereo da un emisfero all’altro per permettere di avere due germinazioni all’anno e per accelerare così i tempi di selezione e in barba al fatto che (a processo di selezione avvenuto) la semente prodotta dall’industria sementiera viaggia dalle unità produttive ai centri di stoccaggio per arrivare infine ai campi, hanno il coraggio di dire che si risparmia in emissioni di CO2 rispetto alla semente prodotta in azienda, per definizione a chilometro zero. Si tratta di un falso, con uno studio commissionato ad hoc ad Horta (uno spin-off dell'università Cattolica) dal Ministero e Assosementi insieme. Non ti deve stupire che questo studio non sia stato mai pubblicato e che sia impossibile averne una copia pur avendone fatto richiesta alla Horta.
Nella quasi totalità dei casi, in Europa non esiste alcun collegamento forzoso tra l’uso della semente certificata e il percepimento dei contributi comunitari. L’autoriproduzione aziendale del seme è molto diffusa ovunque. Forse, però, non è un caso che la nostra regione sia stata finora penalizzata:"] alla Conferenza Stato-Regioni (l'alveo nel quale vengono recepiti questi scandali ingiusti), erano presenti tutte le regioni ad eccezione della ....? Comincia con la S.! Ti Vi do un aiutino: la chiamavano il granaio d'Italia. Esatto! Il nostro assessore di turno era troppo occupato quel giorno. La cosa però che più desta rabbia tra gli operatori del comparto cerealicolo è che questo meccanismo è a tutti gli effetti un trasferimento diretto dall’Unione Europea ai sementieri attraverso quella che si definirebbe una “partita di giro”. Gli agricoltori ricevono i contributi comunitari e ne versano una parte all’industria sementiera.
A questo punto non ti stupirà nemmeno che il procuratore aggiunto di Roma Lello Rosso ha affermato, lo scorso dicembre, che “quasi tutte le attività del Ministero delle Politiche agricole sono state inquinate da una corruzione diffusa, variegata e circolare” e che “c’era un vero e proprio giro di privilegi e malaffare. Ci troviamo di fronte a un sistema in cui c’è una spesa pubblica che dovrebbe essere interessata a favorire un settore importante come l’agricoltura e la pesca e che invece viene distorta e inquinata da un’attività corruttiva diffusa”.
Di fronte ad un tale stallo, di fronte a questo muro di conflitti d’interesse, ad alzare la voce contro questo sistema predatorio sono solo quelle associazioni di categoria che per loro tradizione sono slegate da interessi privatistici e che hanno sempre mantenuto un rapporto di conflittualità dialettica con le istituzioni e con i centri di potere informale, come il Codifas (Consorzio di difesa dell’agricoltura siciliana), che ha sollevato all'Ars la questione.

martedì 19 marzo 2013



NO OGM PERCHÉ ? Grazie di cuore a Roberto Favata per l'eccellente contributo professionale nel trattare il delicato tema degli OGM, dell'alimentazione e della produttività, a Toni Ferrara ed al Movimento Cinque Stelle di Palermo, per averci dato la possibilità di realizzare questo incontro di approfondimento relativo gli effetti deleteri delle coltivazioni OGM. Grazie a tutti gli intervenuti con la speranza di poter continuare l'opera di sensibilizzazione e raggiungere l'obiettivo che ci siamo prefissi.
                                                      xxxxxx xxxxx 
“salve. vi ringrazio per l'incontro di ieri sera. per la consapevolezza che ho acquisito nei confronti della nostra agricoltura. avevo già voglia di lavorare nei campi ma da ieri sera ho voglia sopratutto di diventare parte attiva per questa causa. ho sentito che prossimamente nei pressi di Villabbate state organizzando una recinzione. tenetemi in considerazione. grazie di tutto.. a presto” 




venerdì 15 marzo 2013


                                                                   















18/03/2013  dalle 18:45 alle 21:00
Palermo Via Ricasoli 16A

La Libera Pluriversità Palermitana ha il piacere di dibattere su un tema così attuale quanto controverso: (OGM) gli organismi geneticamente modificati.
Interverranno:
* Ambrogio Vario (pres. Codifas - Consorzio di Difesa dell'Agricoltura Siciliana) 
  per promuovere la campagna NO OGM IN SICILIA 

* Roberto Favata (ricercatore e bio-agronomo) per il supporto scientifico.

La seconda parte dell'incontro è riservata alle domande e al dibattito tra i presenti.

Modera: Toni Ferrara

Si potrà firmare la petizione NO OGM IN SICILIA e dare la disponibilità per collaborare nella gestione dell'Orto Urbano - 

L'inizio è previsto NON OLTRE LE ORE 19:00, raccomandiamo la massima puntualità.

L'iscrizione - a mezzo mail a pluripa@gmail.com - è obbligatoria.

Atelier Montevergini Bio tHrée - Palermo



Palermo - stasera ore 21.00 presso l'auditorium dell'I.T.C Pareto di Palermo la compagnia Itineraria presenta
FINANZA KILLER - potrai firmare anche la petizione NO OGM IN SICILIA - campagna di sensibilizzazione di Codifas. 

La crisi odierna è globale, o delle singole economie? Quanto incide in essa il mondo della finanza? E soprattutto: è soltanto responsabilità dei colletti bianchi e spregiudicati del mondo finanziario?

Oggi da più parti arrivano attacchi all'euro, alla moneta unica. E' il bersaglio giusto? o dovremmo concentrare la nostra attenzione su altri aspetti organizzativi e istituzionali carenti, di gestione, di controllo, di vigilanza.

Tutto questo è tema dello spettacolo teatrale della compagnia ITINERARIA.

Formatasi sotto la guida e ascolto di Dario Fo' e Franca Rame, la compagnia da diversi anni pratica il teatro civile, un teatro scomodo, di denuncia/informazione, che affronta temi vicini alla gente con un linguaggio non elitario ma ben circostanziato, fondato su uno studio attento della materia insieme ai migliori esperti e critici.

Ci pare opportuno e quanto mai urgente almeno "saperne parlare", in quanto cittadini civicamente, socialmente, politicamente impegnati siamo chiamati ogni giorno, e adesso come non mai, a dare il nostro giudizio su quesiti che rischiano di rimanere nel limbo dell'incertezza o della sorte, affidandoci a chi " ne sa più di noi" .

Affidarsi a chi ne sa più di noi senza aver noi stessi maturato un minimo di consapevolezza sull'argomento significa spesso finire nella brace. Persino in medicina, oltre che nella sottoscrizione di titoli finanziari, si è chiamati a esprimere per legge il cosiddetto CONSENSO INFORMATO.

Spetta a noi crescere nella consapevolezza per trasmetterla ai tanti che chiedono di sapere.

giovedì 14 marzo 2013

PERCHE’ NO OGM 

La Libera Pluriversità Palermitana ha il piacere di dibattere su
un tema così attuale quanto controverso: (OGM) gli organismi
geneticamente modificati. 
Interverranno:
* Ambrogio Vario
  (pres. Codifas - Consorzio di Difesa dell'Agricoltura Siciliana)
  per promuovere la campagna NO OGM IN SICILIA 
* Roberto Favata 
  (ricercatore e bio-agronomo) per il supporto scientifico.

L'incontro si terrà lunedi 18 marzo 2013 dalle 18:45 alle 21:00
presso la PluriSede in Via Ricasoli16/A.

La seconda parte dell'incontro è riservata alle domande e al
dibattito tra i presenti.

L'inizio è previsto NON OLTRE LE ORE 19:00,
raccomandiamo la massima puntualità. 
L'iscrizione - a mezzo mail a pluripa@gmail.com - 
è obbligatoria. Non saranno considerate valide le
iscrizioni tramite facebook.

Pulse Tributo Pink Floyd - Shine on you crazy diamond (1)


A caccia di Pionieri - Atelier Montevergini Palermo


mercoledì 13 marzo 2013

Il rapporto dell’uomo con la terra é ambivalente, come tutti i rapporti umani. 
È un rapporto che idealmente dovrebbe tendere al rispetto reciproco. In realtà esistono prove di una prevaricazione sia da parte umana che da parte della terra, con i suoi sconvolgimenti, i suoi terremoti, e le sue carestie. 
Il rapporto dell’uomo con la terra costituisce una fonte di crisi in cui l’equilibrio va sempre e perennemente riconquistato. 
L’uomo deve pertanto considerare questa crisi come fattore perenne e costitutivo della vita e dei suoi legami con la terra. Se si guarda al rapporto tra natura e cultura e si identifica la terra con la prima e l’uomo con la seconda, si vede subito che l’uomo é l’unico essere che vada oltre il vitale corporeo e la sfera dei bisogni immediati….la terra sarà fonte di vita sino a quando l’opera dell’uomo con le sue violenze non la renderà sterile. M.Massenzio 

martedì 12 marzo 2013

PERCHE' NO OGM IN SICILIA

La Libera Pluriversità Palermitana ha il piacere di dibattere su un tema così attuale quanto controverso: gli organismi geneticamente modificati.
Interverranno Ambrogio Vario (pres. Codifas - Consorzio di Difesa dell'Agricoltura Siciliana) per promuovere la campagna NO OGM IN SICILIA e Roberto Favata (ricercatore e bio-agronomo) per il supporto scientifico.
L'incontro si terrà lunedi 18 marzo 2013 dalle 18:45 alle 21:00 presso la PluriSede in Via Ricasoli 16/A.
La seconda parte dell'incontro è riservata alle domande e al dibattito tra i presenti.
L'inizio è previsto NON OLTRE LE ORE 19:00, raccomandiamo la massima puntualità.
L'iscrizione - a mezzo mail a pluripa@gmail.com - è obbligatoria.
Non saranno considerate valide le iscrizioni tramite facebook.




bioRegioneSicilia








COMUNICATO 9 MARZO 2013 -
Su richiesta inoltrata da Codifas alla Commissione Attività produttive dell'Assemblea Regionale Siciliana eccovi l'interrogazione che verrà presentata in Aula: 
DESTINATARI: 

Al Presidente della Regione, all’Assessore per le risorse agricole e alimentari, premesso che: 
A partire dalle semine del 2012 e solo per un anno viene ripristinato l'obbligo di utilizzo di semente certificata per il grano duro per chiunque, nelle zone centro-meridionali, intendesse avvalersi dell'art. 68 per la rotazione agraria.

Considerato che:
Sebbene questo obbligo fosse decaduto nel 2010 e nel 2011 in seguito al Decreto Ministeriale 25 febbraio 2010, esso è stato ripristinato dal DM n° 8139 del 10/08/2011 successivamente approvato dalla Commissione Europea con regolamento di esecuzione del 25/11/2011 e che la precedente liberalizzazione nell'uso delle sementi aveva portato a una riduzione del 50% della vendita di seme certificato di grano duro, ciò in quanto molti agricoltori ritenevano più conveniente riprodursi la semente in azienda.

Ritenuto che:
la reintroduzione del vincolo della semente certificata è avvenuto solo ed esclusivamente per il pressing della lobby del settore sementiero sul Ministero dell'Agricoltura;

Evidenziato che :
Nel 2012 quindi, i durogranicultori sono costretti ad acquistare la semente dal sementiere e che questo obbligo non è esteso ai nostri concorrenti europei.

Ritenuto che 
Si tratta della ennesima slealtà da parte dello stato italiano e della UE, i quali non perdono occasione di ricordare agli agricoltori che si devono adattare alle regole del libero mercato quando vendono il prodotto, salvo poi costringerli a un regime economico del tutto distorto quando acquistano i mezzi tecnici per la produzione.
Ritenuto ancora che:
Non si capisce come il grano cartellinato possa risultare più sostenibile di un grano aziendale KM 0.

Accertato che:
Con l'obbligo di utilizzare semente cartellinata:

1) Si ledono i più elementare principi di libertà di impresa. Il libero mercato vale solo quando dobbiamo vendere le nostre produzioni, le quali sono soggette ai prezzi dei mercati globali (solitamente bassissimi). Il prezzo dei mezzi tecnici di produzione è invece fortemente determinato da un regime protezionista in favore della industria sementiera nel caso delle sementi.
2) L’obbligo è stato introdotto in ragione del fatto che la semente industriale sarebbe meno inquinante in termini di emissioni di quella prodotta in azienda a km 0. Si tratta di un falso, con uno studio commissionato ad hoc ad Horta (uno spin-off dell'università cattolica) dal Ministero e Assosementi insieme, ma mai pubblicato.(La Commissione europea aveva contestato l’introduzione di questo obbligo in una misura, come quella dell’avvicendamento, che ha un carattere prettamente ambientale. Per rispondere a tali obiezioni, il Decreto ministeriale 25 febbraio 2010 aveva soppresso l’obbligo della semente certificata di grano duro (quindi nelle semine autunnali 2010 e 2011)
3) Questo obbligo è previsto soltanto per il grano duro e non per il tenero, come mai?
4) L'obbligo ricade solo sugli agricoltori del sud e segnatamente della Sicilia (Vedasi le tabelle ISTAT della produzione di frumento duro e tenero nelle varie regioni d'Italia).
5) Nella quasi totalità dei casi, in Europa non esiste alcun collegamento forzoso tra l’uso della semente certificata ed il percepimento dei contributi comunitari. L’autoriproduzione aziendale del seme è molto diffusa ovunque.
6) L’obbligo costituisce per l’agricoltore un costo non indifferente, senza alcun beneficio.
per sapere se non ritengano opportuno, avviare urgentemente ogni iniziativa possibile presso il Governo nazionale per bloccare il Decreto Ministeriale che ripristina l’utilizzo di semente certificata per il grano duro che, a parer nostro, è un provvedimento illegittimo, scandaloso, ingiusto adottato esclusivamente per favorire una lobby facendone pagare il costo a tutti gli agricoltori del sud e siciliani in particolare in quanto rappresentano la maggioranza dei produttori di grano colpiti dall’iniquo provvedimento.
gli interroganti chiedono lo svolgimento con urgenza 

8 marzo 2013 SALVINO CAPUTO

"Non possiamo  pretendere che  le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose".
La crisi è la più grande benedizione  per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla  notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi  supera sé stesso senza essere 'superato'.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle   persone e delle nazioni  è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il  conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che  è la tragedia di non voler lottare  per superarla."
Albert Einstein


  • http://www.pluripa.it/it/eventi/incontro-sugli-ogm-con-codifas-e-roberto-favata.html

    La Libera Pluriversità Palermitana ha il piacere di dibattere su un tema così attuale quanto controverso: gli organismi geneticamente modificati.

    Interverranno Ambrogio Vario (pres. Codifas - Consorzio di Difesa dell'Agricoltura Siciliana) per promuovere la campagna NO OGM IN SICILIA e Roberto Favata (ricercatore e bio-agronomo) per il supporto scientifico.

    L'incontro si terrà lunedi 18 marzo 2013 dalle 18:45 alle 21:00 presso la PluriSede in Via Ricasoli 16/A.

    La seconda parte dell'incontro è riservata alle domande e al dibattito tra i presenti.

    L'inizio è previsto NON OLTRE LE ORE 19:00, raccomandiamo la massima puntualità.

    L'iscrizione - a mezzo mail a pluripa@gmail.com - è obbligatoria.
    Non saranno considerate valide le iscrizioni tramite facebook